giovedì 13 marzo 2008

condanna al silenzio

l'ultimo post di jacopo e un rapido calcolo sull'intermezzo temporale che spesso trascorre tra un mio post e il successivo mi ha portato a pensare, oltre al "ruolo" che ognuno associa al proprio blog, ai propri "scritti" per essere più generici, al modo in cui si sceglie di dar loro una forma. e non al modo... stilistico, grammaticale, intendo...
dopo la generazione x, noi, la generazione ipod (sì perchè siamo ahimè già stati soppiantati dalla generazione iphone), abbiamo: un blog, spesso e volentieri. uno o più telefoni cellulari coi quali possiamo interagire con amici e nemici vicinissimi e lontanissimi, snocciolando perle di saggezza o semplici lamentele. un moleskine, quel rettangolo nero tanto poetico che rimbalza nelle nostre borse e zaini e affronta tanti chilometri quanti ne facciamo noi. vecchia carta da lettere, o fogli bianchi rubati alla stampante, sui quali veder scorrere inchiostro invece di pixel. una macchina fotografica, che trasformi in colori e contrasti la poesia che ci incanta davanti agli occhi. un lettore mp3, che scelga per noi la colonna sonora dei nostri momenti.
e via dicendo. condanna al silenzio e ai pensieri solitari, non fermati e imprigionati, lasciati nascere crescere e svanire così come sono, nella bolla del nostro io.
mi capita, prima di addormentarmi, di venire avvolta da un'immagine che in qualche modo mi piacerebbe trascrivere. ma lasciandola scivolare nei sogni, so di riportarla alla sua vera aria.

1 commento:

  1. fatti raccontare da matteo la mega coincidenza! siamo rimasti tutti un po' scossi. :)

    ah, ti ho messa tra i link. tu però prometti di postare più spesso.

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