mercoledì 25 giugno 2008

come su neve di miele

(tutto per questo)

ci sono momenti in cui guardo davanti a me e vedo soltanto libri, libri su libri. sanno essere malefici e molesti, quando si tratta di un esame tosto, e sanno essere vivi e presenti più di una persona, più di un amico, quando servono. dai libri mi sono allontanata e ci sono tornata con le ginocchia sbucciate, senza che loro chiedessero spiegazioni. a loro, invece, spiegazioni ne ho chieste, cercandole con fastidiosa diligenza, e ho avuto domande quando cercavo risposte, e risposte quando cercavo domande: così, li vivo, mi lascio vivere. mi nascondo tra l'incipit e la quarta di copertina, sballottata in borsa tra treni ed aerei, rumori e silenzi pazienti, strade di sputi e di fango. pezzi ne strappo per la mia memoria, per i miei continui errori, per lettere mai scritte o troppo scritte, messaggi nel cielo, futuri che bramo o che respingo, occhi che chiamo o allontano o allontano chiamando (succede). nel nero delle lettere vedo diamanti, sangue o arcobaleno, incenso cascate e poi ghiaccio, il nero di una caverna, sapore di panna e di spezie. e ingoi e vieni ingoiato, non sei tu, non siamo noi, c'è solo da scivolare, come su olio, su neve di miele lasciarsi dondolare.

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