mercoledì 9 luglio 2008

ottoluglioduemilaeotto


lo spirito di disillusione io lo comprendo ma non lo giustifico. non è che gli italiani dimentichino il loro passato. è che non gliene frega un cazzo, non sentono nemmeno l'odore della paura, anestetizzati come sono dalla droga e dalla televisione. una piazza non è una somma di numeri. sono occhi e storie, ed esigenze, e grida amare come zenzero nel cuore ferito, voglia di vendicare la libertà, bisogni primari che vanno al di là del pane quotidiano. giustizia che si spezza con la semplicità di un'ostia e miracoli che si moltiplicano come pesci transgenici. trasparente come un inganno tessuto a lungo e farcito con veleno. ammazzati dall'incoscienza e dalla disinformazione. ammazzati da noi stessi. da croci tracciate a caso in una cabina elettorale che serve solo a riempirci il portafoglio. e aule di tribunale farcite di giullari di corte. e soldi che passano e ripassano, sporchi di mafia sudore e sperma. e noi ridiamo forte per non cedere il passo. ridiamo perchè dalla resistenza di pochi siamo nati in molti. è facile ubbidire al pastore in un cielo estivo di plastilina. ululare di notte alla luna, quello è un po' più rischioso.

1 commento:

  1. sei tipo la mia scrittrice preferita..

    proprio in questi giorni sto sentendo e leggendo storie del tempo passato quando i nostri nonni sulle colline con coraggio difendevano la loro idea di un'italia più giusta..
    e penso che al giorno d'oggi quello spirito dovremmo cercarlo dove è rimasto nascosto per tutto questo tempo, e farlo nuovamente nostro e alzare la testa e rifiutare questo schifo che ormai non può più essere riconosciuto in un'unica idea o movimento.. è come Don Chisciotte contro i mulini.. solo che i mulini sono tantissimi e come idra quando ne distruggi uno ne ricrescono altri due.. ma preferirei morire schiacciato dal peso di un mulino piuttosto che nella mia libreria.. è più giusto morire scuoiato dopo una lunga caccia che macellato dopo una lunga vita di niente

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