venerdì 22 agosto 2008

tanti auguri a me.

tanti auguri a me.

a ventun anni mi rendo conto che l'etichetta di Donna (nonostante i capelli lunghi o una riga di trucco sotto gli occhi) nessuno te l'affibbierà da un giorno all'altro, se non sarai tu a farlo da sola (meglio così, la tengo lontana ancora un altro po', giusto il tempo di abituarcisi.). e che più che cambiare quel che ormai sono, posso cambiare le prospettive, stare in ascolto, svegliandomi e stando meno peggio con me stessa, ma di giorno in giorno; che è la strada a rendere una meta straordinaria, così come la fatica e la tensione fanno piovere argento su un fallimento. che importa più chi ti vede bella, che esserlo davvero. ed avere sempre tempo per aspettare che smetta di piovere, e compaia il sole dietro la prima nuvola, è qualcosa che non si può barattare.


ciò che ci resta
è quello che basta
senza pesare parole e suoni
ritmi e canzoni
sogni e illusioni
e le delusioni

[ciò che ci resta : cristiano de andrè]

e ora cheesecake per tutti!

martedì 19 agosto 2008

situazioni nitide

situazioni nitide come ripercorrere in bicicletta una strada che fai da quando sei nata ti portano alla mente nuove considerazioni. per esempio, sul respiro della pianura qua attorno, che permette alla vista di fuggire senza scampo. sul profumo del naviglio, che non è di fiume, non è di lago, non è di mare. una muraglia di campi di grano si staglia prima sulla sinistra, poi sulla destra, e ti ci viene come sempre voglia di nasconderti, il giorno in cui troverai il coraggio lo vedi lontano. le salite sono minuscole, in confronto a come le affrontavi da bambina, prendendo la rincorsa per centinaia di metri. più avanti, gli anziani sono gli unici che ancora stanno ore con la canna da pesca in mano, e i piedi a mollo, insieme ai cani che si immergono scrollandosi di dosso quest'afa pomeridiana. ci sono salici piangenti che accarezzano lo scorrere del canale, e i rumori delle auto che rimangono indietro, in una bolla remota. e poi fermarsi a leggere di fianco all'abbazia, e aspettare che il sole ti cali addosso, con la confusa impressione che quel tempo che cola con la lentezza della resina da un pino ti stia allontanando da qualcuno e avvicinando a qualcun altro.



giovedì 14 agosto 2008

tremilaquattrocentosessantatre

tremilaquattrocentosessantatre.

è la cifra che vedo comparire sul display della calcolatrice una volta fatta una semplice operazione: chilometri segnati dall'auto/cubotto giallo a fine viaggio meno chilometri segnati dall'auto/cubotto giallo un secondo prima di girare la chiave e partire. fioriscono in quella cifra un bel po' di pagine di memorie, a scorrere in quella linea dove finiscono le onde contro le scogliere. altri si appoggiano sul filo che separa l'ombra e la luce, disegna contorni e impalpabile traccia le nostre vite, le unisce e le separa.


(...)

mi sento a volte trasportata da un'alta e poi una bassa marea, ma di sentimenti. finisco col sopportare la mia presenza solo perchè ne sono, dopotutto, proprio costretta. questo perchè sono perfettamente in grado di capire quanto io sia fortunata, tra il cielo e la terra sotto i miei piedi, ma a volte mi trafiggono dolori acuti senza spazio di perchè. ed è in questi spasimi, dissimulati raccogliendo conchiglie minuscole o stringendo cuscini come fossero persone, che cerco nella memoria la poesia di erri de luca che mi ha fermato il cuore, e ne tasto i colori camminando all'indietro per il mondo.