martedì 7 ottobre 2008

ci voglio mettere molto in quel gesto

salgo sul 3 in piazza della vittoria, diretta alla stazione, si riempie in dieci secondi e mi ritrovo particolarmente schiacciata contro un vetro dell'autobus, mentre cerco di tenermi attaccata con una mano alla sbarra e con l'altra alla valigia in modo che ferisca i piedi di meno passeggeri possibili. un signore seduto, lo vedo già che vuole attaccare bottone, trova solo me, iniziamo a parlare discutendo del fatto che proprio non si può, stare così schiacciati, che a quest'ora di solito proprio non c'è nessuno, e non piove nemmeno, oggi!, figuriamoci se piovesse... e poi mi chiede cosa studio, dove sto andando, commenta il mio piercing sorridendo, mi dice lei signorina si vede che è una brava ragazza, una hippie!, io rido, e poi studia lettere certo, glielo si legge in faccia... e tutto il fracasso delle chiacchiere intorno e delle ruote sui sampietrini si placa nella mia testa, quando mi parla di scarpe fatte di cartone e di spago, e poi un secondo dopo siamo ad auschwitz, ha 7 anni, con la pelle delle sue sorelle trucidate (tre) i nazisti hanno fatto qualcosa, mi dice che cosa ma io lo rimuovo subito, per sopravvivere, mi dice che gli fa piacere incontrare persone come me perchè io assomiglio alle sue sorelle, quella dolcezza infrangibile che lui riconosce nella folla. quasi non mi accorgo ma siamo arrivati alla fermata di fronte alla stazione, saranno passati solo dieci minuti ma è stato come un viaggio intero, la maggior parte dei passeggeri scende e noi con loro, sul marciapiede ci fermiamo e mi chiede se può offrirmi qualcosa, non so un caffè un succo una brioche, io ho il cuore colmo di tenerezza che da qualche parte devo versare, gli chiedo scusa ma rischio di perdere il treno, devo proprio andare, gli stringo la mano, lo faccio con energia, davvero, ci voglio mettere molto in quel gesto, e sfodero un sorriso veramente pieno, che quantomeno riesca ad abbracciarlo, poi mi allontano, e mi volto un'ultima volta.

"e lei s'abbandona alla corrente della lettura come all'unico atto di vita possibile in un mondo in cui non resta che sabbia arida su strati di bitume oleoso e rischio di morte per ragion di Stato e spartizione di fonti d'energia..."
[italo calvino, se una notte d'inverno un viaggiatore]

8 commenti:

  1. grazie mille jacopo... lo sai che sentirmelo dire da te vale molto. comunque faccio un passo indietro, non ho nessun merito, la mia è solo cronaca, e qualche sensazione qua e là.

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  2. ti citerei tutta la vita..

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  3. mi viene da piangere.
    è stato un pochino come guardarvi da fuori.

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  4. Sei stata bravissima. Se lo avessi abbracciato davvero sarebbe stato ancora più bello: un gesto difficile, tra sconosciuti, ma proprio per questo meraviglioso.
    Quando sarò un vecchietto che vive di ricordi, accadrà anche a me: una ragazza sconosciuta mi abbraccerà forte e mi donerà una felicità altrettanto sconosciuta.
    Un abbraccio anche a te!

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  5. (e tra l'altro, dove sei ubicata attualmente? pavia, abbiategrasso occhèssoio?)


    ti vedo dappertutto, l'ultima volta una cosa simile mi era successa con pasolini 3 anni fa.

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