lunedì 25 maggio 2009

non c'è tempo c'è tempo

caldo e una valigia pronta e un'altra ancora da fare, si parla sempre di valigie qua, forse il problema è che non so proprio fare altro. ah sì, so abbinare il colore degli orecchini con quello dei calzini, ma suppongo sia un'attitudine che non mi porterà molto lontano.
alla fine è arrivata la primavera ma non si è fermata e ha lasciato posto all'estate. ci vuole una playlist che non sappia di nostalgie, penso mentre l'ipod sfodera brani a caso di una tristezza colossale... mentre la testa ancora satura di super tennent's macera pensieri cattivi contro l'uomo che fa finta di governare questo paese; vorrei che un giorno non fossimo costretti Noi ad andarcene da qui, ma che, al contrario, fosse lui a scomparire nelle sabbie mobili lasciando a noi lo spazio di un respiro di sollievo grande come la groenlandia.
quanti vorrei, in queste attese immotivate.
aspetto per esempio la ricetta di una torta al cioccolato.
aspetto elisa, dato che dobbiamo ancora iniziare a contare le piastrelle del bagno dei magazzini generali.
aspetto un caffè a parlare di noi, annacquato da lacrime che arriveranno puntuali.
aspetto una festa, una manciata di ore col rossetto rosso a far risuonare risate nel cielo.

giovedì 7 maggio 2009

dietro(dentro) questo camminare

ci vuole poco per accorgersi che non si sa niente delle persone che ci stanno intorno. non basta scambiarsi messaggi in settimana, scomparire, ricomparire. non basta passare da casa farsi lavare i panni sporchi e poi riprendere un treno, macinare chilometri, ricominciare, da capo ogni volta. sembra sempre di trovare una lavagna cancellata ma non limpida, ancora sporca di polvere di gesso, lasciata lì ad assorbire distanze.
non c'è nome non c'è storia dietro(dentro) questo camminare, suole spaccate dai ciottoli, unghie distrutte o mangiucchiate tra un cambio d'aula e l'altro. ma brillare di stelle ce n'è, come promesse in una coltre di smog e ipocrisie.
non posso vivere di persone perchè le persone non danno pane. caffè sì, e anche tisane fantasiose lasciate raffreddare all'una di notte, insieme a sogni di sale ma anche meno fragili, di bruciore e libertà. e se tu ci sei, ti aspetto, come ti ho aspettato fino ad ora, intrattenendomi con quintali di libri e tentando finchè posso di capire, finchè non diventi tardi troppo tardi.
il giorno però non dura a lungo, ci sono tramonti non sempre da fotografare e notti non sempre limpide di luna quasi piena come stasera. le notti le conto come fossero granelli di un rosario. i giorni li vivo da dentro come giudice di me stessa.