domenica 8 novembre 2009

su una pellicola

non mi sento troppo speciale nel dire che alcuni istanti della mia vita li vivo su una pellicola come in un film; magari un po' sfocato, ma semplice, nel suo susseguirsi di fotogrammi legati a vita col precedente e col successivo.
chissà quante volte l'ho pensato. sicuramente davanti ad un tramonto, nell'eco di una risata troppo forte, in un angolo buio di una via, davanti ad un quadro, ascoltando una canzone a volume troppo alto, chiudendo una valigia, aspettando di dire qualcosa di importante.
ieri è successo in una situazione banale. ero da sola in macchina e sorridevo per ogni scia di luce artificiale che si incontra con l'asfalto bagnato dalla pioggia, creando quella magia che mi fa stupire ogni volta di come anche una città possa essere bella, a modo suo. la radio ha iniziato a suonare all i need degli air, e quei minuti sono stati meravigliosi, c'ero solo io, potevo essere silenziosa senza sentirmi in colpa, fragile senza sentirmi in colpa, confusa senza sentirmi in colpa; canticchiare senza preoccuparmi di essere stonata, o di essere ridicola.
avrei solo bisogno di sentirmi così un po' più spesso.
di sentirmi così: nel bel mezzo di un film, certa che ad un fotogramma ne seguirà un altro, come destino già scritto e cucito al presente.

1 commento:

  1. è bello che tu abbia pensato alla pellicola, nell'era del pixel che sembra sempre perdere la battaglia della qualità, in fondo credo che le sensazioni che descrivi siano bisogni, e i bi-sogni sono sogni due volte, come entrare ed uscirne, come quando ascolti musica nelle cuffie e poi sali dal metro' e incontri la strada e sembra che la colonna sonora che ascolti sia esattamente quella della strada, la gente si muove a tempo, come a farne parte.
    Essere attori , protagonisti e comparse della stessa pellicola serve per abbassare il livello di pressione dell'aria che respiriamo.

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