tag:blogger.com,1999:blog-66899731143855018712024-02-21T15:11:18.272+01:00Neve Di MieleRachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.comBlogger111125tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-76713391715879684402011-09-10T01:01:00.005+02:002011-09-10T01:21:12.322+02:00lasciar passare<div style="text-align: justify;">fa impressione, lasciar passare un'estate, lasciar passare le persone.</div><div style="text-align: justify;">stare immobili, dopo tanto camminare.</div><div style="text-align: justify;">perché è quello che ho fatto, alla fine: <i>camminare</i>. mettendo un piede dopo l'altro, dopo l'altro, dopo l'altro, fino ad arrivare ad un tetto diverso ogni sera, ad un risveglio nuovo ogni mattina. poi ho camminato nuovamente ma in salita, perché c'era il cielo lassù da sfidare, poi ho camminato sempre più veloce, per sentire più corto il respiro, più tesi i muscoli.</div><div style="text-align: justify;">quello che rimane ora sono io, il resto gira in cerchi che non riesco a toccare, e osservo prendendo le distanze. non resto al centro come un sole importante intorno al quale si muovono pianeti che hanno bisogno di me: rimango qui come un sasso lanciato in un fiume placido, che nessuna corrente sconvolgerà. che nessuna nevicata proteggerà.</div><div style="text-align: justify;">non giuro più, perché neanche io ci credo adesso. guardo avanti come si guarda ad uno specchio. guardo indietro come si guarda ad un'ombra. e così <i>tic</i>, infilo una riga dietro l'altra, <i>toc</i>, cerco una boccetta d'inchiostro in cui potermi dissetare.</div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-32900615647329233452011-06-03T15:55:00.005+02:002011-06-03T16:31:40.652+02:00arancione come il cieloquesto arancione di cui s'è tinta milano è come una scossa elettrica.<br /><div style="text-align: justify;">e stavolta non era solo cronaca ritratta da foto del sito di repubblica.it, brevi filmati anonimi su youtube, link frettolosi pubblicati su facebook.<br />questa volta c'ero dentro, perché sentivamo il bisogno e il dovere e la voglia di esserci dentro. ho preso auto, metropolitana, treno, bicicletta, mi sono vestita d'arancione, ho portato palloncini, tenuto teloni, alzato le mani al cielo, abbracciato sconosciuti, ho dormito poco, mi sono bagnata di una pioggia che non avevo mai visto tanto rigenerante (seguita da un surreale e profetico doppio arcobaleno), soprattutto ho riso e gridato e ballato e cantato, e ascoltato TANTO - parole di chi la pensa come me, parole di chi non la pensa come me e mi aiuta a capire perché. non so se queste piazze resteranno nei libri di storia: lo spero tanto, perché le facce che ho visto sono tutte così pulite da meritarsi d'essere incorniciate una ad una; so però di per certo che resteranno nella <span style="font-style: italic;">mia </span>di storia, che mi ricorderanno come si fa ad essere appassionati, come si fa ad essere convinti, creativi, rispettosi, gioiosi, ironici, bellissimi.<br /><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjycPY01Nprt9sBlR74Fp5BeE8u0FGwA21apzBux0kISDTUFBakaTt55EA4Ze9RpIak0ZcNNmIgo2Bhjxgpsj8i6jT92F3iZbMBwMA6hNM6RwSogOYZjLyqcWaQIqLiC81zD5DjOV67ulOe/s1600/IMG_6216.2.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjycPY01Nprt9sBlR74Fp5BeE8u0FGwA21apzBux0kISDTUFBakaTt55EA4Ze9RpIak0ZcNNmIgo2Bhjxgpsj8i6jT92F3iZbMBwMA6hNM6RwSogOYZjLyqcWaQIqLiC81zD5DjOV67ulOe/s400/IMG_6216.2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5614001045573932738" border="0" /></a><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCjrX2lmI32NtiyDtmiRU7v8n1-vWB7tnrpjvZk7qVbVacOWWZ2D5cjqfiSpukJi4BgKe8k1X-JkgUE44BuB44XzlZBHgMmtc-HEJPqj01L1ACPYadt948wLsHecr28WzdJ7NxVaWAbA25/s1600/IMG_6216.2.jpg"><br /></a><br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-31832740599220590512011-04-30T16:25:00.004+02:002011-05-01T15:06:28.874+02:00piombo<div style="text-align: justify;">per alcuni mesi durante la scuola media ho sofferto di una gastrite ("<span style="font-style: italic;">cronica</span>": l'aggettivo che tutti i medici appiccicano a qualcosa che non sanno esattamente come curare); ricordo che mi aveva letteralmente intontito mancare da scuola per settimane, in un periodo così delicato nel quale si va alla ricerca della propria individualità in mezzo al gruppo (<span style="font-style: italic;">in mezzo al nulla</span>, direi ora). era inoltre probabilmente la prima volta in cui mi ritrovavo responsabile di gestire il mio corpo attraverso un dolore fisico, perlopiù insensato e difficilmente descrivibile. come sempre il modo migliore che avevo per descriverlo era attraverso una metafora e in particolare parlavo di questo pugno di <span style="font-weight: bold;">piombo </span>all'altezza dello stomacoche non mollava mai la presa.<br />alle superiori mi ha tenuto invece compagnia per più di due inverni la sinusite ("<span style="font-style: italic;">cronica</span>" anch'essa, bien sûr), essenzialmente qualcosa da cui è difficile avere tregua se non nel sonno. serate di pentole d'acqua bollente e camomilla e asciugamani caldi sulla fronte. quello che sentivo e che cercavo di spiegare ai miei genitori, invocando tranquillità (<span style="font-style: italic;">invocando attenzione,</span> direi ora), era che una pesante biglia di <span style="font-weight: bold;">piombo</span> aveva deciso di crescere nella mia fronte all'altezza degli occhi, e si spostava lentamente e dolorosamente ad ogni movimento della testa.<br />adesso il chiodo che sento è dalle parti del cuore e, se fosse una malattia, sarebbe certamente curabile. se fosse una metafora, sarebbe un proiettile di <span style="font-weight: bold;">piombo</span>. con un dolore si impara a convivere mi dicono (<span style="font-style: italic;">non credo</span>, dico ora - ma tutti ci sentiamo speciali in questo campo).<br /><br />mi fermo, e mi sembra che qualcosa per una volta abbia un senso compiuto: quando da adolescente vivevo di <span style="color: rgb(102, 102, 102);">pancia</span>, di soli istinti e ribellioni, ne soffrivo. poi il tempo è passato e ho iniziato a vivere di <span style="color: rgb(102, 102, 102);">testa</span>, soppesando sulla bilancia azioni, relazioni, emozioni; anche in quel caso mi è andata male. ora che è scoperta la sola cosa che ho tentato di proteggere, il <span style="color: rgb(204, 0, 0);">cuore</span>, non mi resta altro che bruciare lì.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-65014037560388178982011-04-10T22:55:00.004+02:002011-04-10T23:31:25.124+02:00c'è un conto alla rovescia per ogni settimana<div style="text-align: justify;">venerdì mattina mi sono alzata, ho preso la bicicletta e sono uscita sotto un sole cocente a comprare il fatto quotidiano, per poi leggerlo seduta sotto un pesco in fiore. ho preso il treno e sono andata in centro a milano per ridere perdutamente con un amico importante, tornando a casa con una gonna piena di fiori, come una firma in calce al contratto con questa inaspettata primavera. abbiamo cenato a gambe incrociate guardando il cielo diventare blu notte sopra la facciata della Scala. la sera ho visto vasco brondi esagerare con le chitarre e le luci colorate, farmi muovere i piedi e le labbra a seguire stralci di poesie come preghiere solitarie.<br /><span style="font-style: italic;">e le comete come te.</span><br />sabato mattina ho preso il treno per genova e alla stazione di pavia è arrivato il sole vero, quello con gli occhi verdi e repubblica sotto il braccio. c'è stata la focaccia, i vicoli, due vestiti uguali e diversi quanto noi, il mare, il vino bianco - regalarci tempo per non perderlo, far scivolare maschere per tornare a interpretare noi stesse.<br /><span style="font-style: italic;" class="testo">che poi non parti davvero finchè semini sassi sul sentiero che ti porta via da te</span><span style="font-style: italic;">.</span><br />domenica mattina ho impastato la focaccia e infornato 12 muffins al cioccolato, di cui uno pronto per una candelina azzurra colma di desideri. tra tovaglie a stampa con ribes e trifogli ho ritrovato legami annodati, e pochi dubbi su dove appoggiare le piante dei piedi.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-2258037658652915782011-03-25T23:41:00.002+01:002011-03-25T23:56:43.710+01:00oggi non riesco a dare nomi ai pensieri<div style="text-align: justify;"><span style="font-style: italic;">oggi non riesco a dare nomi ai pensieri</span> è una frase che penso chiudendo gli occhi in metrò e penso nuovamente la sera tardi, infilando una felpa molto più grande di me, piena di profumo.<br />come se per una volta i pensieri contassero più dei suoni. e gli occhi valessero più dei sapori. per questo per quanto mi sforzi non riesco ad associare <span style="font-weight: bold;">pensare </span>e <span style="font-weight: bold;">dire</span>, <span style="font-weight: bold;">volere </span>e <span style="font-weight: bold;">agire</span>. anche mentre salgo per una scala contando a mente i gradini, mi perdo.<br />come si perde una fine di marzo.<br /><span style="font-style: italic;">musica, nuda</span>. che alza il volume mentre chiude le finestre.<br />i primi petali timidi, il primo raggio di sole bollente sul collo, i primi piedi nudi della stagione.<br /><span style="font-style: italic;">la schiuma del caffè sul labbro superiore.</span><br />cantare per strada per essere stonati, fare la fila da luini, tracciare una riga immaginaria su di un planisfero.<br /><span style="font-style: italic;">giocare con le incertezze come si gioca con le biglie.</span><br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-43045331258276983642011-03-13T14:41:00.003+01:002011-03-13T15:07:14.894+01:00mar adentro<div style="text-align: justify;"><span style="font-style: italic;">non lo so dove eravamo ma eravamo noi,</span> con le dita dei piedi nell'acqua sempre troppo a lungo e le caviglie in acqua solo quando arrivano le onde, piccole e schiumose. <span style="font-weight: bold;">tu </span>mangiavi una fetta di melone con gli occhi chiusi e <span style="font-weight: bold;">a me</span> sembrava così stupido tenere gli occhi chiusi davanti al mare, ma non te l'ho detto. forse ti piace più sentirne soltanto il profumo e allora il mio commento sarebbe stato <span style="font-style: italic;">superfluo</span>. <span style="font-style: italic;">superfluo </span>come il tuo tentativo ad occhi chiusi di non mangiare granelli di sabbia, insieme al melone. -<span style="font-weight: bold;">domani è ancora troppo presto per andarcene</span>- mi dici, e per un istante non capisco se è una tua solita massima di vita gettata al vento o se, invece, stai parlando davvero di noi. -vorrei almeno aspettare che arrivi la pioggia, altrimenti che senso ha?- allora capisco che stai parlando di spostamenti <span style="font-style: italic;">reali</span>, e stai prendendo tempo perchè non hai ancora finito di provare tutti i dolci al cioccolato del panificio all'angolo. ti do ragione distrattamente mentre raccolgo un pezzetto di vetro verde reso simmetrico e tondo dal lavoro continuo dell'acqua.<br />"da piccola credevo che questi fossero sassi magici che i pesci portavano a riva perchè noi poi li potessimo trovare e tenere in tasca"<br />"hai sempre creduto a tutte le favole che ti hanno raccontato, cazzo"<br />ho fatto scivolare il vetro morbido tra le dita dei piedi, senza dargli importanza, e l'altra mano l'ho passata nei capelli bagnati e salati.<br />poi me lo ricordo dove eravamo - me lo ricordo come ci si ricorda di respirare, con la stessa, naturale, <span style="font-weight: bold;">urgenza</span>. eravamo in Galizia, e tu volevi restare perchè prima di allora non avevi mai sentito un vento così <span style="font-style: italic;">ostinato e contrario </span>come te.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-63532829598192058242011-03-01T19:13:00.003+01:002011-03-01T19:55:21.151+01:00di sorrisi non ne fai e ti piace maltrattare<div style="text-align: justify;">febbraio è passato come passa un pettine nei capelli senza nodi. un mese <span style="font-style: italic;">scivoloso</span>, di pioggia di penna stilografica e di caffè, che i sanpietrini per terra provano a trattenere. <span style="font-style: italic;">libri</span>, gatti e cucina hanno dato i ritmi a queste giornate che restano fredde ma corrono verso un assaggio di luce da esser gelosi; e in questi giorni <span style="font-weight: bold;">quadrati </span>imparo lentamente ad innamorarmi di questo luogo a tratti velenoso che è la lombardia, <span style="font-style: italic;">ventre piatto di acqua e pianure</span>, pancia di balena affamata e disperata.<br />più che un guadagno, è una <span style="font-style: italic;">sfida</span>: ad attraversare la toscana e a commuovermi per quelle colline sinuose ci metto sempre poco, attraversare la lombardia invece è un'imprecazione continua, un abbassare gli occhi davanti a traffico, fabbriche <span style="font-weight: bold;">e</span> cemento -<span style="font-weight: bold;"> o</span> alzare gli occhi e trovare un muro di nebbia. per questo ci fanno nascere qui e poi non ci insegnano come fare per amare questi luoghi, come imparare a svoltare per la strada giusta e trovare un mare giallo di colza o un ciliegio in fiore, il ticino con le spiagge <span style="font-style: italic;">di vento e luna e falò</span>. la scoperta diventa come un parto, ingiustamente eterno, di grida e bestemmie contro un grigiore che nessuno vuole meritarsi. si sputa a terra finchè un pugno ben assestato non ci costringe ad alzare gli occhi al cielo e a dipingerlo allora di un altro colore, <span style="font-style: italic;">più morbido</span>, sopra un bianco assordante come di inizio pagina.<br /><br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-44129554077302579362011-01-29T14:57:00.005+01:002011-01-29T15:49:03.010+01:00"ho qualcosa al cuore"<div style="text-align: justify;">quando un'Amica mi ha scritto "<span style="font-style: italic;">ho qualcosa al cuore</span>" è stato come quando mia mamma mi ha detto "<span style="font-style: italic;">ho qualcosa al cuore</span>": avrei voluto rispondere "<span style="font-style: italic;">anche io mi sa che ho qualcosa al cuore, mi si è appena spezzato un po'.</span>" - si finisce col relativizzare tutto, ovviamente. le decine di ore passate a studiare per un esame diventano polvere e al loro posto arrivano altri bisogni, più <span style="font-weight: bold;">imminenti</span>, più concreti: la visita al museo del cinema di torino, un concerto a londra, un altro bagno a camogli di mercoledì mattina, una vetta che sembra troppo alta ma quest'estate chissà.<br />l'anno scorso ho scoperto che <span style="font-weight: bold;">posso </span>dormire meno, avere spalle più larghe, guidare più veloce, introiettare un dolore. <span style="font-weight: bold;">non posso</span> invece più fingere: preoccupazione, indifferenza, curiosità.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-86127306962699410362011-01-16T12:51:00.002+01:002011-01-16T12:54:36.370+01:00a / r<div style="text-align: justify;">non sempre restare è più facile che andarsene. non sempre restare è una <span style="font-weight: bold;">copertura</span>, non sempre è una <span style="font-weight: bold;">coperta</span>, non sempre vuol dire essere i più deboli e nemmeno essere i più forti (la lotta, poi, non finisce mica). restare non equivale a combattere sul campo <span style="font-weight: bold;">-</span> andarsene non equivale a sputare sulla propria casa. l'identità di una terra è una <span style="font-style: italic;">croce </span>ed un <span style="font-style: italic;">dono</span>. l'identità non è geografica nè spaziale. è una mappa di noi che acquista valore solo quando viene persa. prima, è scontata.<br /><br />vieni, <span style="font-style: italic;">vieniviaconme</span>.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-64836130996153341342010-12-15T23:55:00.003+01:002010-12-16T00:03:36.323+01:00pezzi<div style="text-align: justify;"><span style="font-style: italic;font-size:100%;" >pezzi di ciò che amo in un giorno qualsiasi di dicembre:</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><br />sfrecciare col treno in mezzo a infiniti prati colmi di brina ghiacciata, in un mondo bianchissimo dove la natura là sotto sta riposando.<br />il duomo di milano illuminato che si staglia orgoglioso contro un limpidissimo cielo blu notte.<br />indossare un cappello così stupido da far sorridere le persone per strada.<br />indossare una gonna alla quale è cucita addosso una storia sconosciuta.<br />confezionare regali dolci.<br />avere idee.</div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-75780250310029843762010-10-29T01:24:00.002+02:002010-10-29T01:46:10.193+02:00dove il cielo è già lavanda<div style="text-align: justify;">dentro quella palla di fuoco e fiamme che ancora ci ostiniamo a chiamare sole, ti vedo come l'uomo vitruviano, solo che con meno gambe. lontano a sufficienza per non bruciarti, ma vicino abbastanza per scompigliare l'erba dei prati con le tue mani. <span style="font-weight: bold;">non c'è strada che porti già dove vorrai arrivare</span> e non c'è edificio bianco come vorresti tu: sbagliamo sempre, noi, ed è un lavoro a tempo pieno. non esiste uno spray <span style="font-style: italic;">isolante </span>da usare per farci meno male, meno bene, siamo lenzuoli bianchi stesi ad asciugare sui tetti <span style="font-style: italic;">nel centro di shangai</span> e non passa un minuto senza che veniamo affumicati da quello smog nero che ci vendono al mercato come <span style="font-weight: bold;">carbone </span>e nei distributori automatici, sciolto, lo beviamo e sa di petrolio.<br />non è il momento di essere infelici perchè i<span style="font-style: italic;">l tramonto è dopotutto l'alba di un nuovo giorno</span> per qualcuno un po' oltre l'orizzonte - basta crederci davvero e saremmo meno egoisti col nostro tempo; insomma tu ti guardi intorno e <span style="font-weight: bold;">spezzi </span>il ramo <span style="font-weight: bold;">gelido </span>di un pioppo <span style="font-weight: bold;">rinsecchito </span>e lo usi come stuzzicadenti, come se fosse <span style="font-style: italic;">la cosa più normale del mondo.</span> faccio in tempo a distrarmi perchè poco più in là, dove il cielo è già lavanda, si alza ciondolando una mongolfiera, non vedo i colori ma <span style="font-weight: bold;">controluce </span>distinguo nettamente il contorno e mi sembra di intravvedere -ma forse sto solo inventando <span style="font-style: italic;">pescando </span>dai miei <span style="font-style: italic;">desideri</span>- la capigliatura riccia di un bambino alto poco più di un metro e un disco in vinile. <span style="font-weight: bold;">penso </span>di scattare una fotografia ma poi <span style="font-weight: bold;">non saprei</span> a chi mostrarla, rinuncio. allora metto le mani dentro la terra già fredda, prima una poi l'altra, più a fondo. allora tu, senza nemmeno aspettare che la canzone finisca, prendi il tuo ramo-stuzzicadenti e buchi quel pallone d'aria calda.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-62866495863131629282010-10-14T23:47:00.005+02:002010-10-15T00:12:22.004+02:00andare incontro ad una città sconosciuta<div style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;"><br />andare incontro ad una città sconosciuta è come presentarsi ad un appuntamento al buio. lo stesso <span style="font-style: italic;">mal di pancia</span> da affrontare. la scelta degli abiti, delle scarpe giuste. identico è il timore di venire delusi dopo qualche minuto di conversazione e quello <span style="font-weight: bold;">- ancora peggiore -</span> di poter cadere ai suoi piedi troppo in fretta, gettando nel fuoco una ritrovata falsa stabilità. ingenuo è chi crede di poter controllare una <span style="font-style: italic;">reazione </span>/ le pupille dilatate, i battiti delle ciglia, le mani che scorrono nervose sui fianchi / come chi crede d'altronde di poter costruire una <span style="font-style: italic;">relazione </span>ad un solo senso: da una città devi soprattutto imparare a farti amare, per non restare soltanto una pedina di plastica gialla a squagliarsi sui marciapiedi.<br />così penso a barcellona, qualche ora prima di partire.<br />penso all'odore che può avere e a che ritmo respirerà.<br />di che verde saranno le foglie dei suoi alberi e se ci saranno per strada fontanelle d'acqua pubblica.<br />è una città sulla quale tutti hanno qualcosa da dire e che proprio per questo motivo ho deciso di non provare ad immaginare - <span style="font-style: italic;">l'unico desiderio che ho è che sia per me <span style="font-weight: bold;">una cascata di colori</span>.</span><br /></div><br /><br /><br /><div style="text-align: right;"><span style="font-size:85%;">" E' delle città come dei sogni: tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un <span style="font-weight: bold;">desiderio</span>, oppure il suo rovescio, una <span style="font-weight: bold;">paura</span>.<br />Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra. "<br /><span style="font-style: italic;">( le città invisibili - italo calvino )</span><br /></span></div></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-44684614548951185842010-07-18T17:21:00.001+02:002010-07-18T17:23:38.408+02:00il cielo<div style="text-align: left;"><br />Da qui si doveva cominciare: il cielo.<br />Finestra senza davanzale, telaio, vetri.<br />Un'apertura e nulla più,<br />ma spalancata.<br /><br />Non devo attendere una notte serena,<br />né alzare la testa,<br />per osservare il cielo.<br />L'ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.<br />Il cielo mi avvolge ermeticamente<br />e mi solleva dal basso.<br /><br />Perfino le montagne più alte<br />non sono più vicine al cielo<br />delle valli più profonde.<br />In nessun luogo ce n'è più<br />che in un altro.<br />La nuvola è schiacciata dal cielo<br />inesorabilmente come la tomba.<br />La talpa è al settimo cielo<br />come il gufo che scuote le ali.<br />La cosa che cade in un abisso<br />cade da cielo a cielo.<br /><br />Friabili, fluenti, rocciosi,<br />infuocati e aerei,<br />distese di cielo, briciole di cielo,<br />folate e cumuli di cielo.<br />Il cielo è onnipresente<br />perfino nel buio sotto la pelle.<br /><br />Mangio cielo, evacuo cielo.<br />Sono una trappola in trappola,<br />un abitante abitato,<br />un abbraccio abbracciato,<br />una domanda in risposta a una domanda.<br /><br />La divisione in cielo e terra<br />non è il modo appropriato<br />di pensare a questa totalità.<br />Permette solo di sopravvivere<br />a un indirizzo più esatto,<br />più facile da trovare,<br />se dovessero cercarmi.<br />Miei segni particolari:<br />incanto e disperazione.<br /></div><br /><div style="text-align: right;"><span style="font-size:85%;">da<span style="font-style: italic;"> "Vista con granello di sabbia" </span>di <span style="font-style: italic;">Wislawa Szymborska</span></span><br /><br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-78048455643195651222010-07-14T19:24:00.002+02:002010-07-14T19:30:25.532+02:00l'indispensabile<div style="text-align: justify;">insomma, so che passerò il mio ventitreesimo compleanno ad istanbul, è già qualcosa.<br />poi, so che "questi 6 euro li dobbiamo risparmiare, che ci mangiamo non una ma TRE volte!" [.cit]<br />- che devo imparare a convincermi che l'<span style="font-style: italic;">indispensabile </span>è ancora meno di quanto uno pensi; insomma, cominciare a <span style="font-weight: bold;">togliere </span>invece di <span style="font-style: italic;">aggiungere</span>, perchè dopotutto in ogni angolo di mondo c'è un mercato dove comprare cipolle e patate.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-294769087367098462010-06-28T23:59:00.002+02:002010-06-29T00:16:17.169+02:00cut / cut / cut<div style="text-align: justify;">le donne con i capelli corti sono molto più pericolose.<br />non hanno un posto in cui nascondersi.<br />ma<br />- e dico ma<br />riescono anche a guardarsi intorno più chiaramente.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-84202728658993674542010-06-21T23:09:00.003+02:002010-06-21T23:32:28.204+02:00il peso della farfalla<div style="text-align: justify;">molti modi ci sono per diventare <span style="font-style: italic;">grandi</span>.<br />così uno crede che quel gradino sia segnato dal primo viaggio da soli oppure dal primo bacio, dall'ordinare un negroni, fare la maturità, passare la notte fuori.<br />il mio modo è stato adesso piangere la notte sapendone scrivere i perchè, poi partorire un attesa di diverse ore fuori da una sala operatoria dalle porte verde militare. sfogliando il catalogo ikea per immaginare incastri lucidi e perfetti, lenzuola pulite e profumate di nuovo.<br />per il resto, si aspetta affacciati alla finestra macchiata di pioggia, mangiando gallette di mais e bevendo estatè.<br />il <span style="font-style: italic;">peso della farfalla</span> è quel qualcosa che spezza i cuori a metà ed erri de luca mi ricorda che può nascondersi ovunque.<br /><br /><div style="text-align: right;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" class="testo" >Chi è ferito e non cade, ma continua ad andare </span><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><br /></span><span style="font-style: italic;font-size:85%;" class="testo" >A sbattersi nel buio e a farsi vedere </span><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><br /></span><span class="testo" style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;">A sanguinare di nascosto e a pagare da bere</span><br />(cardiologia, francesco de gregori) </span><span style="font-size:85%;"><br /></span></div></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-17709374028521688202010-06-10T15:51:00.000+02:002010-06-10T15:53:21.151+02:00haiku pt. 7tingo di caffè<br />i nostri addii e<br />le mie pareti.Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-4360911027763597372010-05-31T23:30:00.002+02:002010-05-31T23:56:43.156+02:008 minuti<div style="text-align: justify;">quando la gente scorge il mio tatuaggio e mi chiede di riflesso '<span style="font-style: italic;">suoni uno strumento?'</span>, è difficile rispondere che no, ora come ora non suono nessuno strumento. ha tutto un altro senso, non immediato, non definito, soltanto <span style="font-style: italic;">mio </span>e dell'inchiostro dentro la pelle.<br />ogni tanto quel senso profondo riaffiora e dura molto più degli 8 minuti spesi da Luciano a colorarmi di nero un pezzettino di pelle, qualche anno fa.<br />sabato sera ho passato una ventina di minuti in piedi appoggiata ad un cancello ad ascoltare suonare in acustico due quinti dei <span style="font-style: italic;">Brahaman</span>; erano seduti in un vicolo buio a versarsi a vicenda bicchieri su bicchieri di sangue di giuda, separati tra loro da un tavolino instabile con su una abat-jour scassata e una maschera rossa rubata al carnevale veneziano. manuel agnelli era ad un metro da me e li ascoltava con la stessa attenzione e un sorriso molto simile al mio, tenendo il ritmo con le dita contro la ringhiera. tutta questa semplicità in uno spazio tanto ristretto mi ha resa felice.<br />alla fin fine questo è il senso: la musica è la sola cosa che non smetterà mai di sorprendermi.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-35829835001462657642010-05-19T00:49:00.002+02:002010-05-19T01:20:00.815+02:00la corona di ofelia<div style="text-align: justify;">i semi dei pioppi come soffioni si adagiano sulle acque dei navigli, come elettrizzati rimangono lì sospesi senza annegare <span style="font-weight: bold;">-senza volare-</span> semplicemente raddoppiandosi nello specchio delle acque. a vederli potrebbero essere i fiori persi dalla corona di ofelia o le lacrime <span style="font-style: italic;">piumose </span>di qualche gigante buono fatto di nuvole. un tramonto qualunque si sdoppia nel canale come due spicchi di <span style="font-weight: bold;">arancia candita</span>. dolce fino alla nausea è questo walzer lontano, <span style="font-style: italic;">o forse solo immaginato</span>, che voi due ballate stanchi sul marciapiede della troppa onestà.<br />hilary swank mi fa piangere per l'ennesima volta forse perchè gli <span style="font-style: italic;">amori difficili</span> sono i soli che mi sembra di conoscere e le <span style="font-style: italic;">lotte non vinte </span>sono le sole che mi sembra di aver combattuto.<br />normalità diventa così canticchiare <span style="font-style: italic;">mr tambourine man</span> intanto che le rane attraversano la strada per andare da una risaia all'altra (e io rallento per dar loro la precedenza)<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-43234504291807278782010-04-29T00:10:00.003+02:002010-04-29T00:22:24.880+02:00tempi<div style="text-align: justify;">stamattina a lezione di francese si parlava di marocco e algeria. di deserti e oasi, di donne e scrittrici coraggiose, di colonialismo. mordendomi il labbro inferiore ho ricordato i mille dettagli del viaggio di mio papà - a volte, <span style="font-style: italic;">e dico a volte</span>, spero di aver preso da lui quel pizzico di follia.<br /><br />davanti al caffè dopo pranzo ero semplicemente felice di essere lì - i chiostri all'ombra, il glicine, i sassi rotondi sotto i piedi che fanno male - tutto era al <span style="font-weight: bold;">suo </span>posto, nel mio primo <span style="font-style: italic;">vero </span>giorno di primavera.<br /><br />sotto un salice piangente sulla sponda del ticino mi sono accovacciata intorno alle quattro e ho visto scorrere più parole che acqua, <span style="font-style: italic;">ma più acqua che lacrime</span>, per fortuna. il fiume lento e largo, l'amica per la quale nessuna metafora è mai abbastanza, <span style="font-weight: bold;">fili d'erba intrecciati</span> a fare anelli improvvisati, che durano minuti sull'anulare destro ma secoli nei nostri pensieri.<br /><br />stanotte guardo una luna limpida e sfacciata, getto le illusioni in una tazza di <span style="font-style: italic;">tè verde</span> e le sciolgo insieme ad un <span style="font-style: italic;">cucchiaio di miele</span>.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-86168594791524535462010-04-16T01:19:00.004+02:002010-04-16T15:52:31.720+02:00milano<div style="text-align: justify;">ricomincio ad amare milano nel momento in cui meno me l'aspetto. funziona sempre così. quando ti sei stancato dei locali pieni di persone perfettine, di ragazze sempre su tacchi vertiginosi, di una birra a prezzo disumano, di guidatori arroganti e del cielo lontano e irraggiungibile, beh, <span style="font-style: italic;">qualcosa</span> ricomincia a battere. nella città inizi a vederci vita - basta un angolo giusto, qualche colore azzardato, un albero dove ti aspetteresti solo cemento.<br />i <span style="font-weight: bold;">tram </span>mi faranno sempre sorridere, così fuori luogo nel loro essere vintage e meravigliosamente lenti. veder correre le persone, invece di camminare, non mi dà più fastidio: inizio a credere che sia semplicemente il <span style="font-style: italic;">respiro </span>della città. le luci ai piani alti non si spengono mai, e puoi sempre sbirciare le ombre allungate dietro le tende al terzo piano. un lampadario costoso, una figura nascosta, la notte che non sembra finire.i vetri rotti per terra nemmeno li vedi se non ti fanno sanguinare i piedi. la metropolitana non ha più odore ma soltanto luci surreali. i suoni li tieni distanti, soltanto le risate lontane rimbalzano contro le pareti e ti fanno il solletico dietro le orecchie.<br />domani, milano, continuerai a non avere sonno.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkWLmMmG8Yy2tCs8lp4vVgxrWBlBykvk3EO-yyk6xPQINyliWJ4RRJKQOjI8DOnLP1Um9YH5aRUFTkXi75rLY9cRtixm4_tFrirA-3rfelQeWHwdEC53yfVPoZdJFSQ4e5KmmndeURhsBu/s1600/IMG_2650.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 214px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkWLmMmG8Yy2tCs8lp4vVgxrWBlBykvk3EO-yyk6xPQINyliWJ4RRJKQOjI8DOnLP1Um9YH5aRUFTkXi75rLY9cRtixm4_tFrirA-3rfelQeWHwdEC53yfVPoZdJFSQ4e5KmmndeURhsBu/s320/IMG_2650.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5460732774607881474" border="0" /></a><br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-40028578852496989352010-04-09T00:08:00.002+02:002010-04-09T00:37:43.069+02:00contrasti<div style="text-align: justify;">penso di scrivere un post ma poi non ho idee. e allora mi fermo. perchè è assurdo scrivere qualcosa partendo dal niente. <span style="font-style: italic;">eppure</span>.<br /><br />la libreria alla mia sinistra sta scoppiando e più scoppia e più si allunga a dismisura la lista dei libri che voglio leggere - ho sentito dire da qualcuno che chi si rifugia nei libri non è in grado di vivere appieno, nel reale, la propria vita. non posso che essere in disaccordo mentre guardandomi indietro vedo in loro come un insieme di esperienze, antenati, radici: un'eredità <span style="font-style: italic;">immensa </span>e <span style="font-style: italic;">discreta</span>, stampata nero su bianco e rilegata in quell'insieme variopinto di copertine. ci trovo dentro quello che non so leggere in me: <span style="font-weight: bold;">contrasti</span>, come il cinismo di Beigbeder messo accanto alla musicalità di Baricco.<br />leggere, così come viaggiare, rischia spesso di rendere intolleranti al proprio microcosmo. aprirsi a nuovi mondi aumenta a dismisura il rischio di sottolineare i difetti del proprio ma <span style="font-style: italic;">-e qui dovrebbe stare il rovescio della medaglia-</span> è anche il solo modo di combattere la miopia dell'ignoranza. non c'è <span style="font-weight: bold;">fare </span>senza prima <span style="font-weight: bold;">immaginare</span>. lo ripeterò dentro di me sognando un viaggio senza capo nè coda, un picnic, un futuro, prima di ogni manifestazione, di ogni angolo di via, di ogni scatto, guardando un quadro, una farfalla, una cascata, ridendo di una follia, di un rancore, dei destini incrociati.<br /><br /><br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-37541615630320849422010-03-26T15:35:00.000+01:002010-03-26T15:36:20.350+01:00haiku pt. 6come nuvola<br />dove tu mi vorrai vedere<br />io corroRachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-64312636562428198012010-03-22T00:32:00.004+01:002010-03-22T00:37:32.989+01:00guido verso casa<div style="text-align: justify;">guido verso casa, coi tergicristalli che invece di pulire il vetro lo sporcano. il cd, de <span style="font-style: italic;">le luci della centrale elettrica</span>, mi ricorda che ho più di vent'anni e che vivo nel cemento. io sono più fortunata, vivo metà nel cemento e metà nei campi. ogni mattina mi sveglio e posso decidere da che parte stare. teoricamente.<br />c'è poi sentir il parlare di sogni, di prospettive, di ricette. una torta del colore e della consistenza di una spugna per lavare i piatti. la stanchezza come veleno. incolore e meraviglioso.<br />le zampe del mio gatto che premono lettere a caso sulla tastiera, beh, mi salveranno la vita.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6689973114385501871.post-85970140028777969052010-02-16T19:18:00.002+01:002010-02-16T19:24:08.654+01:00del tuo dolore non si muore<div style="text-align: justify;"><span style="font-style: italic;"><br />io piango e tu non sai perchè.</span><span style="font-style: italic;"><br />tu piangi e io non so perchè.</span><br /><br />troppo dolore, tutto in un solo dannato scompartimento. c'è talmente tanta vicinanza che non c'è bisogno di parlarci, rinchiuse in noi stesse <span style="font-style: italic;">come in una stanza senza finestre</span>. anche i respiri si possono contare.<br />non ci sono vie d'uscita, in questi chilometri di viaggio. non c'è modo di spegnere la luce, di fare silenzio. siamo come <span style="font-style: italic;">statue di sale</span> in mezzo ad un traffico incessante. scambi di parole e di cibo non ci danno pace. non è questa la <span style="font-weight: bold;">c o n s i s t e n z a </span>che cerchiamo.<br />ma tu, nei tuoi occhi neri come la pece, almeno hai un motivo di nasconderti. senza un libro, senza un cellulare da controllare ogni minuto, senza crackers distrutti da sgranocchiare per tenersi occupati, <span style="font-style: italic;">in cerca di briciole</span>.<br />dalle cuffie del ragazzo di fianco a te - che ha un <span style="font-weight: bold;">terrore fottuto</span> di <span style="font-style: italic;">sfiorarti</span>, e per questo ha silenaziosamente messo tra di voi il suo cappotto verde militare - distingui chiaramente una musica <span style="font-style: italic;">sanguigna</span>, dal ritmo sudamericano. neanche il pensiero di terre calde e remote riesce a smuovere la tua maschera di cera.<br />non hai sorrisi nè espressioni di sdegno, per nessuno. i tuoi gesti, più che essere automatici, sono troppo grandi per te, <span style="font-style: italic;">come se avessi la paura di venirne tradita</span> - come se al posto tuo potessero <span style="font-weight: bold;">parlare </span>e <span style="font-weight: bold;">scaraventarti </span>a <span style="font-weight: bold;">terra</span>.<br /><br /><span style="font-style: italic;">i tuoi occhi dicono che del tuo dolore non si muore</span>. me ne convinco mentre scrivi a penna su un foglio in una lingua che non è la tua. la <span style="font-weight: bold;">c o n c e n t r a z i o n e </span>è il tuo modo di distrarti. così, la bionda di fronte a te non potrà in nessun modo renderti vulnerabile, nonostante il suo ridicolo tentativo di interpretare la tua scrittura in senso inverso.<br /><span style="font-style: italic;">del tuo dolore non si muore.</span><br /><br />del mio, non so.<br />vorrei sapere cosa ti dicono i miei occhi, sbarrati, intenti a contare le goccioline di pioggia che <span style="font-weight: bold;">sbattono </span>sul vetro sporco e <span style="font-weight: bold;">danzano </span>tra loro e si uniscono, si dividono, si asciugano.<br />ma lo sai benissimo che questo è solo un gioco tra noi. giochiamo a renderci immuni dai nostri cuori, buttandone brandelli sopra queste rotaie.<br /></div>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/18208117905165301347noreply@blogger.com4