giovedì 28 febbraio 2008

vorrei riuscire a guardare con i tuoi occhi

sono un po'... stordita e sorpresa dalla ripresa dei corsi universitari, dalla sveglia alle sette, dai chilometri un po' grigi tra i campi, dai fogli su fogli di appunti veloci. essenzialmente, piuttosto persa nella mia camera piena di frammenti colorati e vuota di sorrisi da un momento all'altro, sorrisi volati via insieme ad un aereo, dico.
prima spulciavo in vecchie cartelle del computer e semplicemente constatavo che negli ultimi anni le cose più importanti della mia vita si sono sviluppate attorno ad un computer e una connessione internet e un programma di instant messaging. un tempo l'avrei trovato squallido. ma so di poter ancora distinguere tra una lettera scritta a mano e scambi veloci di battute di pixel, quindi, tutto sommato, il mondo non va poi così male come sembra.

vorrei riuscire a guardare con i tuoi occhi …
con i tuoi occhi
con i tuoi occhi
farmi guidare da te
restarti accanto
farmi guardare da te
(carmen consoli - diversi)

mercoledì 20 febbraio 2008

mercoledìventifebbraioduemilaeotto

.cronologia.di.pensieri.

ore 00.18: beh, sì effettivamente avrei potuto bere un bicchiere di vino in meno.
ore 06.16: la mia sveglia fa questo suono? sì? è la mia davvero? ma siamo sicuri?!
ore 06.41: questa è una giornata da velvet undergound. yeah. almeno questo.
ore 07.12: elisa, elisa, elisa. occhi sbrillucicosi.
ore 08.32: (respira.)
ore 08.37: ora me ne frego e mi metto a ballare "beginning to see the light". sì. in mezzo alla strada. e chissene.
ore 09.08: queste sono tre pazze. e le adoro. cappuccino e brioche, grazie. cappuccino col cacao, certo. brioche con la crema.
ore 09.18: annullata, no anzi, solo rimandata, la gioia di vedere il sorriso di elisa.
ore 09.26: oh-mio-dio-che-male-che-male-che-male.
ore 10.17: arrivo io, stella. arrivo io, non ti preoccupare. arrivo. andrà tutto bene.
ore 11.00: ecco, forse, 160 è un po' eccessivo. rallentiamo.
ore 12.03: ahhhhh. ora inchiodo e mi metto a piangere. genova non è stata progettata per gli automobilisti. salire, salire. dolore.
ore 12.50: sto mangiando dei fagottini ripieni di pesto. vicoli, mare non troppo lontano, quasisole. un sorriso enorme davanti. ecco perché questi chilometri. ecco perché.
ore 14.32: sofia, sapienza. quack quack. miao. caffeina. miao. quack quack!
ore 16.55: "quando non so dove sono io mi sento a casa / quando non so con chi sono mi sento in compagnia"... viaggio... pianura che ricompare lentamente.
ore 18.15: quasicasa. dolore. cerchiamo un altro caffè per favore, altri sorrisi, altro tempo per stare insieme mentre fuori è buio.
ore 19.05: parole ad alta voce in mezzo alla strada, tentare di spiegare l'inspiegabile, sapere di non potere, non dovere cambiare le cose. le persone. ricomporsi e tornare ad aspettare.
ore 20.48: bisogno di distanze mentali.
ore 21.24: bisogno di lamentarsi.
ore 22.13: bisogno che questa giornata finisca qui. 'notte.

lunedì 18 febbraio 2008

affondando il cucchiaino nella torta sacher.

affondando il cucchiaino nella torta sacher. una delle poche cose che riesca a sollevarmi da questi giorni di sigarette fumate al freddo polare oppure davanti ad un tè caldo (un rifugio senza le quattro mura intorno). guardo il cellulare muto. momenti in cui sembra di tornare indietro, piuttosto che andare avanti. e chiedersi a cosa serve. capita a tutti di fare la parte della vittima, no?

mercoledì 13 febbraio 2008

eddie vedder, society, into the wild OST


oh, it's a mystery to me
we have a greed with which we have agreed
and you think you have to want more than you need
until you have it all you won't be free

society, you're a crazy breed
hope you're not lonely without me...

when you want more than you have
you think you need...
and when you think more than you want
your thoughts begin to bleed
i think i need to find a bigger place
because when you have more than you think
you need more space

society, you're a crazy breed
hope you're not lonely without me...
society, crazy indeed
hope you're not lonely without me...

there's those thinking, more-or-less, less is more
but if less is more, how you keeping score?
means for every point you make, your level drops
kinda like you're starting from the top
you can't do that...

society, you're a crazy breed
hope you're not lonely without me...
society, crazy indeed
hope you're not lonely without me...

society, have mercy on me
hope you're not angry if i disagree...
society, crazy indeed
hope you're not lonely without me...

giovedì 7 febbraio 2008

dei viaggi ricordo più le sensazioni che le immagini

dei viaggi ricordo più le sensazioni che le immagini. mi chiedo se per tutti sia così. e forse il bello è proprio questo. sensazioni nette e surreali, di stupore, perdita, attesa e soprattutto l'emozione di mangiare una città, masticandola nelle sue vie, passo dopo passo, nella pioggia di un bicchiere di vino. di luoghi non ne so a memoria. preferisco le persone, per leggere tra i loro sguardi e i loro piedi quello che sanno dare e ricevere ogni momento. per sbirciare nei loro zaini alla ricerca di un segreto che si portano dietro come un bagaglio qualsiasi, da farsi rubare. le fotografie, poi, le uso come tutti per incastrare i momenti tra quattro angoli retti. per questo fatico ad esserne oggetto, perchè non mi vedo in un riquadro. le attese spesso mi rendono felice: è come rubare del tempo inaspettato, creato dalle circostanze. sono le attese che spesso mi permettono di guardare il mondo, anche tra le pagine di un libro. che mi permettono di disegnare un sentimento finora sfocato. sotto un cielo straniero, riesco sempre a sentirmi a casa. così, quando non trovo pace, cerco su altre strade la mia strada.

sabato 26 gennaio 2008

échecs

ricordo la sensazione di perfetta armonia di una scacchiera appoggiata su un tavolo di legno in un giardino che con le sue mura vuole tenere lontano il grido di parigi città. un'immagine di tempo immobile, e inflessibile. l'idea di una sfida che è un gioco, dell'attesa che è riflessione accurata. come se aspettare fosse amore, e amore, aspettare.


mercoledì 16 gennaio 2008

quando si è vergine

quando si è vergine si pensa che tutti gli amori sono possibili, poi d'improvviso uno cancella gli altri mai venuti. diventare donne porta questa semplificazione, un vento che si abbatte sopra una fioritura e lascia un fiore solo. tutta l'immensità di prima precipita in un abbraccio.
[erri de luca - in nome della madre]

lunedì 7 gennaio 2008

mi ricordo il colore delle scarpe che indossavo

mi ricordo il colore delle scarpe che indossavo, troppo scomode, e quella stupida sensazione per colpa della quale non riuscivo a prenderti per mano, nonostante il freddo, il silenzio, e il poco tempo che ci restava.
mi ricordo che anche io tremavo e che non c'è stato bisogno di aggrapparsi a dei sogni ma soltanto di realizzare che la realtà era molto meglio, perchè aveva una Consistenza.
mi ricordo la stessa voglia di fuggire in un altro posto per poter disegnare con più sicurezza il proprio destino, e dalla curva della propria vita cancellare le sbavature e colmare i buchi d'amore.
mi ricordo di quell'estate il profumo della pineta, anche se ancora non sapevo quanto fosse bello, e le giornate così lunghe quando si è piccoli e i giochi riempiono le ore, e il poter dire di no senza giustificare, e le persone che ancora sorridevano.

mercoledì 19 dicembre 2007

rumoresilenzio/veloceimmobile

con questo tuono freddo nello stomaco, dico che di oggi mi ricorderò quel continuo scoppiare di risate e quell'affetto che faceva tremare il tavolo e quegli occhi profondi da far paura, e poi la telefonata e il silenzio ghiacciato dei muri, le lacrime di una rabbia che non ha destinatario, la staticità del dolore che lentamente disegna una crepa nel cuore. e le scale di corsa e il cielo di quell'azzurro che fa male, quando non ce n'è motivo.

lunedì 17 dicembre 2007

cerco qualcosa in cui scribacchiare

cerco qualcosa su cui scribacchiare ora che anche l'eco dell'ultimo sorriso sta lasciando queste pareti. fatico a digerire l'aria della stanza piena di cose non mie, regali da incartare per confezionare affetto, un vestito troppo elegante appeso all'armadio, libri di materie che non sopporto, e soprattutto silenzio, silenzio del lunedì sera quando le parole grattano la gola e non ci sono canzoni che possano sciogliere quell'amarezza. la riconosco ma mi arrendo prima di combatterla. vorrei poter dare qualcosa in cambio, qualcosa che non siano lacrime. vorrei poter dire: lasciatemi. vorrei poter essere io a proteggere qualcuno, per una volta. vorrei portare su un tavolo delle decisioni e sapere di non poterle cambiare, di non avere alternative. e invece, le alternative uccidono. perchè creano sbagli, creano aspettative irrisolte, irrisolvibili. poi neanche troppo lentamente tutto tornerà normale, i problemi verranno soppiantati da altri problemi, e poi da immagini shockanti viste al telegiornale di turno, e poi dall'aria rarefatta delle feste, in cui l'unico problema sarà quello di inventarsi nuovi buoni propositi. un tempo sapevo scrivere di me, il blog era il canale di sfogo ideale per rimanere fuori dalle coltellate e alla portata di abbracci. oggi mi ritrovo estranea in questa tastiera... solamente, la vorrei impermeabile.

domenica 9 dicembre 2007

e se non puoi la vita che desideri

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.

(constantinos kavafis)

martedì 4 dicembre 2007

quattro spazzolini da denti

la cosa buffa della quale mi sono resa conto stamattina è che ho quattro spazzolini da denti sparsi in quattro diverse parti d'italia. mi fa ridere, non credevo fosse possibile. poi ho alzato lo sguardo e ho visto tutte queste cartoline fissate con le calamite poco sopra la mia testa, e ho cercato di ricordarmi da dove venissero e cosa si portassero dietro, che senso avessero quando le ho scelte. forse solo il mio modo colorato di fermare i momenti, dentro l'onda di quadri già vissuti.


martedì 27 novembre 2007

birre e pasticcini

queste serate troppo brevi e infinite, di birre e pasticcini, di sigarette fumate solo per avere altro tempo, altro tempo, altro tempo, per perdersi senza perdersi mai, e se è nebbia, è nebbia solo per chi è fuori al freddo, noi siamo dentro al caldo nel caos in noi, a cercare un filo nei racconti di vite srotolate con violenza inaudita, e se ci perdiamo è per i nostri sogni, i nostri bi-sogni illogici, e solo in quell'irrazionalità possiamo ritrovarci, come prima, forse più, perchè ora sappiamo, io lo so, che eravamo solo un po' distratte, o forse, come dice qualcuno, a volte abbiamo bisogno di saltare forte sulla terra per ricordarci che è abbastanza solida da tenerci in piedi, e che possiamo fidarci ciecamente di quella terra, farci guidare dall'istinto di chi sa che se devi gridare, lo devi fare per qualcuno che non puoi perdere. perchè se mai dovesse accadere, dovèlamiaterra?

lunedì 19 novembre 2007

alta dose di caffeina

ho lasciato questo spazio vuoto per un po', e temendo di risultare indisponente ho preferito tenere per me i pensieri di questi giorni, o meglio, li ho saggiamente scaricati su persone che potevano giustificarmi data l'alta dose di caffeina che mi vedevano assumere ogni giorno. per finire poi con due firme in più sul libretto. (qualcuno direbbe: librèèètto).
sono sopravvissuta grazie all'accoppiata sole/ariapungente, alle risate fuori e dentro i cinquanta gradi della biblioteca, all'autunno chiuso in un chiostro, al sito della ryanair che ti permette di sognare a poco prezzo, alla stufa accesa, alle fonzies mentre guidi, e a qualche frase sparsa qua e là, che permette al cinismo di restare rinchiuso...


ma, allora... non sei un ologramma... cioè... sei qui davvero...
che poi io ogni volta che ti vedo penso, ma questa, quanto è figa?, e mi dico, se rinasco voglio essere così.
signorina... scusi... sa cosa vuole dire "muratore livello A"?
ehi, ma quel tatuaggio è davvero stupendo...
sì, liquore all'alloro, sì, qualcuno ne vuole assaggiare un po'?
mi dai il numero di annibale?
non ho mai visto una scrittura così bella.
io non la sopporto, cazzo NONLASOPPORTO!
torta? torta? torta?! torta.
da qualche parte nella mia testa, non può esistere davvero una donna così stupenda.
morireeeee

lunedì 5 novembre 2007

ritorno annaspando

ritorno annaspando da quattro giorni in cui chiuderegliocchi non voleva dire addormentarsi ma continuare a sognare, e apriregliocchi non voleva dire svegliarsi ma iniziare a camminare insieme. giorni in cui ti dimentichi che il resto del mondo esista - io odio farlo, per rispetto altrui, ma a volte è terribilmente necessario. e così, rimane viva la sensazione di perfetta comprensione di anime e corpi e sogni, soprattutto sogni, quelli di cui ogni tanto anche tu dimentichi l'esistenza quando ti svegli il mattino ed hai in testa solo impegni, e progetti, e responsabità. non sarei qui, se non fossi fatta essenzialmente di sogni, mi sarei persa qualche strada fa, inciampando in qualche ricordo o, più probabilmente, in qualche fallimento. e per questo oggi riesco a tenermi vicino soltanto le persone nei cui occhi intuisco un brillare di sana follia, e tra le cui mani riesco comunque a sentirmi al sicuro.