la metropolitana di milano è un luogo strano, un mondo a sè con proprie regole e paesaggi di gomma nera e odore di freni bruciati. essendo troppo raffreddata per poter immergermi nella lettura di benni, come sempre finisco col fissare le scarpe delle quattro donne sedute davanti a me. e dalle scarpe immagino prima destinazioni, poi motivazioni, sensazioni, vite. quella ragazza per esempio indossa stivali di pelle costosi ed una borsa estremamente in tinta, è ben truccata, ma si nasconde dietro uno di quei quotidiani gratuiti distribuiti in centro. quella di fianco è lei è più giovane, porta dei grossi occhiali da sole anche quaggiù, occhiali griffati che stonano con le scarpe da tennis consumate (l'ha fatto apposta?). ancora più in là, vedo una signora sulla quarantina che sfoglia un mensile per donne, infastidita dal volume del lettore mp3 della ragazza precedente. scarpe nere, anonime, tacco basso perchè non le facciano male i piedi tra dieci minuti. scelta saggia. per ultima, una ragazza alla quale non so dare un'età, capeli corti biondo cenere, è un po' robusta e indossa questa fantastica gonna lunga, rosa chiaro, e sopra un giubbotto di pelle. mi soffermo su di lei e ci vedo una cantante. poco prima di scendere alla mia fermata, un'amica le parla di un concerto in un qualche teatro milanese. sorrido, porte che si chiudono dietro di me.
un bel po' di anni fa avevo scritto qualche riga su questa strana ragnatela sotterranea...
un bel po' di anni fa avevo scritto qualche riga su questa strana ragnatela sotterranea...
nell'atmosfera assonata.
sei un viaggiatore
ma privato
della tua identità,
truffato dall'aroma di zefiro
che
ingannevole
danza nell'aria.
Incrociare centinaia di occhi
- provare a sorridere,
ridere -
sperando di lasciare una
traccia.
una tela
tessuta
sottoterra
diventa trappola letale per chi ha
paura del tempo,
[squallido inganno al sole]